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martedì 28 marzo 2017

Martone vincit omnia

Barba accuratamente incolta, ricciolo sbarazzino ed occhiali d’ordinanza. L’ex viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del faustiano Governo Monti, nonché Professore Ordinario di Diritto del Lavoro, nonché figlio d’arte, dopo l’oblio a cui le sue res gestae lo hanno costretto, torna a sciorinare ricette “pedagogiche” per ottimizzare il pedigree dei giovani che vogliono rimboccarsi le maniche per gettare il loro in-der-Welt-sein.
Troppo buonismo e permissivismo nelle aule scolastiche – sottintende Michel Martone -, bisogna preparare i bambini alla competizione internazionale.

Niente materie e competenze inutili, quindi. Nessuna abilità. Bando alle ciance e alle zavorre del Dasein inutilizzabile. I bimbi devono essere plasmati come bamboline di cartapesta; devono imparare come si fa impresa, svezzati a latte ed inglese (“lingua non lingua”, in cui gli accenti vengono chiamati “stress”, e infatti, tra quegli stessi banchi di “Buona scuola” ci si confonde tra “e” congiunzione e “è” terza persona singolare del verbo essere – ma anche tra molti dottorandi dal genus scientifico si commette il medesimo peccato veniale – e il passato remoto, assieme al suocero congiuntivo, così astrusi per logica ed applicazione, almeno agli occhi delle nuove generazioni dalla diglossia anglofona, vengono cassati quali esemplari storpi e un po’ naif, relegati al ruolo d’inutili scarpe vecchie).


Il pastorale Martone sembra voler allevare schiere di automi servizievoli, che però sono programmati per sapere quali sono gli strumenti più adatti per competere e per stare nel mercato globale (l’uomo è uno strumento che usa altri strumenti, altroché Hobbes!).
Sembra affermarlo, addirittura, con ispirazione umanitaria e compassionevole. Lo dice per il loro bene!
Un bene che si sposa perfettamente con la moderna idea di “bene comune”: evitare di allevare legioni di cittadini consapevoli, ma disoccupati (quindi costosi per la “comunità” che ha capito come si fa a stare al mondo). 
Lo fa perché il futuro che ci aspetta in questo ridondante big world, sarà probabilmente quello di "laborare" per una corporation trendy (le Pmi “sonobbrutte”!).
Le nuove panzertruppen del liberismo senza limiti lo sanno, e quindi, amorevolmente, intendono preparare un nuovo esercito di persone competenti ma ingobbite e menefreghiste.
“E’ davvero questo il mondo che vogliamo?”
“Ma il mondo non si "vuole", è un’entità altra, dotata d’indipendenza ed autocoscienza, che abbiamo trovato così com’è... e il più furbo, quello che ha carpito i misteri di questa scienza del mondo globale, sarà colui che prima si adeguerà per sopravvivere (darwinismo sociale)” – rispondono in coro Michel Martone, i genitori preoccupati e  gli educatori certificanti -.

A tutti quegli inattuali che non si vogliono adeguare al nuovo progresso orwelliano della schiavitù, che credono ancora ad una scuola che prepari gli “uomini” alla libertà, a pensare in modo autonomo e critico, ad essere cittadini migliori e a rivendicare un mondo fatto per l’uomo e non un minus habens pre-disposto per il mondo, non resta invece che l’irrilevanza, o l’esilio su Marte.

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